Per la rubrica “Interviste”, oggi abbiamo il piacere di ospitare su Ultime dai libri l’autrice di “In viaggio verso dove”, un romanzo di narrativa contemporanea e women’s fiction ambientanto nelle splendide terre della Puglia e uscito il 18 dicembre.
Ciao Antonella, benvenuta!
Antonella: Ciao, è un piacere parlare con te
La prima domanda è di rito. Parlaci un po’ di te, cosa fai nella vita, oltre a scrivere?
Antonella: Accudisco chi amo, insegno agli adulti ad aver fiducia in se stessi attraverso letteratura e storia, lavoro a maglia e all’uncinetto, leggo e guardo tante serie tivù.
Un romanzo che dà spazio al dolore, ma anche alla voglia di rinascere
In queste settimane sei alle prese con la promozione del tuo romanzo “In viaggio verso dove”, di che genere di romanzo si tratta?
Antonella: Questo è il mio primo romanzo di narrativa. In precedenza ho scritto un romance e due urban fantasy. Con “In viaggio verso dove” mi sono ritrovata senza rete. Come dire, senza le reti protettive che il genere ti fornisce. E situazioni e sentimenti sono stati un urto da sostenere. È un romanzo che parla di dolore, di rinascita, di fecondità.
Quali sono state le scene più difficili da scrivere in “In viaggio verso dove”? Perché?
Antonella: Credo che la cosa più dura sia stata dare spazio al dolore. Rappresentarlo ha richiesto un equilibrio difficile da mantenere. Ma senza il dolore affrontato, non si rinasce, non si ricomincia, non ci si ritrova. C’è una scena in cui c’è un gatto, una scena in qualche modo simbolica: lì ci voleva un’ellissi, la voce narrante della protagonista cessa e i fatti rimangono a raccontare. Leggendo si può capire di cosa parlo.
Nelle terre del Sud Italia incontriamo Bakari, un personaggio a cui ci si affeziona subito
A quale dei tuoi personaggi ti senti più legata? Perché?
Antonella: Ho amato molto Bakari. Pensa che ho sempre pronunciato, nella mia testa, Bakári; invece quest’anno ho un alunno con quel nome e ho scoperto che la pronuncia è Bákari. Il mio personaggio è un uomo buono, taciturno, lavoratore. Una persona a cui piace fare bene, con attenzione e dedizione, tutto quello che fa. E poi ha un orgoglio tutto suo, nel portamento, nella pacatezza con cui agisce, che si stempera nella dolcezza, ma solo quando si concede di aprirsi. Bakari è una persona che ha sofferto troppo, ma che vive quello che gli capita con una forza che risulta misteriosa. Diventa presto un punto di riferimento per Amanda.
Se dovessi descrivere i protagonisti del tuo romanzo con tre aggettivi ciascuno, quali sarebbero? Parlaci anche un po’ di loro.
Antonella: Amanda è riflessiva, combattuta, decisa. Che dici, si può essere contemporaneamente combattuti e decisi?
Lorenzo è fragile, testardo, inquieto.
Come mai la scelta di ambientare il tuo romanzo proprio in Puglia?
Antonella: Perché è la mia terra. Mi ricordo la lezione imparata da Jo March in Piccole donne: scrivi di quel che conosci. In questa storia ho descritto quel che sarebbe piaciuto fare a me: mollare tutto e andare a vivere in campagna, del lavoro delle proprie braccia e della propria inventiva. Amanda fa quel che le serve per evolversi: si sfida, si mette alla prova, fa una scelta difficile ma per lei necessaria. La Puglia è una terra aspra, ricca, materna e arcigna al tempo stesso. Una madre rude e avvolgente.
In viaggio verso dove parla anche di un argomento molto intimo e delicato: la fecondità
Ci sono tematiche particolari che affronta il tuo romanzo? Quali? Perché hai scelto di parlarne?
Antonella: Ho scelto di parlare della fecondità e, sì, è stata una scelta controcorrente, ritengo. Amanda voleva fiorire, e in quel particolare momento della sua vita, dopo la morte dei suoi genitori e quando il suo matrimonio è in stallo, decide che non è giusto sopravvivere soltanto. Lei deve a se stessa una vita che dia frutti. Non è solo che non ha avuto bambini da Lorenzo, è anche che il lavoro che fa – per quanto lo faccia al meglio e con tutto l’amore che può – non è ciò che voleva. Amanda non si riconosce allo specchio, per questo rivoluziona la sua vita, correndo rischi. Anche Lorenzo non sa dare un nome alla propria aridità, alla tristezza che lo domina. È la scelta di Amanda, che lo lascia pur dichiarando di amarlo, a rimetterlo in gioco. E anche lui fa quel che può per ridefinire se stesso: si apre, alla fine. Non è quel che facciamo tutti, quando ci troviamo ai giri di boa che la vita ha in serbo per noi?
Ti riconosci in uno dei tuoi personaggi? Se sì, in quale e perché?
Antonella: Amanda non sono io, ma lei vive relazioni e costrizioni nelle relazioni, soprattutto nella parte che racconta dei legami familiari, che ricordano cose della mia vita. Scrivere di Amanda e Lorenzo è stato catartico per me. È uno dei vantaggi che offre la scrittura: dà occasione di rappresentare, rielaborare, oggettivare ciò che spaventa, affascina, influenza le nostre persone.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai già lavorando a un nuovo romanzo?
Antonella: Un nuovo romanzo è già pronto ed è in attesa di una seconda revisione. In un primo momento avevo pensato di scrivere un terzo urban fantasy, così da concludere una sorta di trilogia, dato che ho già parlato di vampiri e licantropi. Ma la scrittura ha preso un’altra strada, e una storia di streghe è diventata una storia di donne e della loro lotta per essere se stesse. Diciamo che spero di dare notizia di questa nuova storia abbastanza presto.
Lo speriamo anche noi! Grazie per l’intervista!
Antonella: Grazie a te!
“In viaggio verso dove”, qualche dettaglio in più sul romanzo di Antonella Albano
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Il libro
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